Il pane annuale

Il pane annuale

Comunità e rito della panificazione nell’Oisans

di Marcel MAGET

a cura di Maria Luisa Meoni, con uno scritto di Alberto M. Cirese

San Michele all’Adige/Roma, MUCGT/Carocci, 2004, 230 p., ill., 22 cm.

ISBN 88-430-3306-9

 

Descrizione

Alle sorgenti della Romanche, nella regione dell’Oisans nelle Alpi francesi, poco oltre il Monginevro e Briançon, Villar d’Arêne a 1650 m slm è uno dei siti di insediamento permanente più alti d’Europa. Per molti secoli, infatti, una popolazione di circa 600 persone vi si è guadagnata la propria quotidiana sussistenza con uno sfruttamento quasi del tutto autarchico di suoli molto poveri. E, prima dell’introduzione della patata, la principale risorsa alimentare era cerealicola: la coltura della segale.
Da tempo immemorabile, gli abitanti di Villar d’Arêne una volta all’anno preparano e cuociono il pane di segale tutti insieme, in grosse pagnotte da 5 kg destinate a durare tutto l’anno: è il “pain bouilli“. Ma, se alla fine del XVIII secolo questa usanza era ancora parte di una precisa strategia di sopravvivenza agropastorale, due secoli più tardi la coltura della segale non esiste più, e i paesani fanno venire da fuori la farina necessaria per la cottura annuale del pane, che è divenuta sotto i nostri occhi soprattutto un rito.
Così, alla vigilia della ricorrenza di San Martino, per alcune settimane, il forno diventa il principale luogo di aggregazione della comunità prima dell’isolamento invernale. E la cottura è una vera e propria solennità sociale, un’unità di tempo, luogo e azione che Marcel Maget, presente sul campo per quasi un quarantennio (1947-1987), indaga e analizza con il metodo proprio di un vero maestro di etnologia europea.