"Territorio: cura o possesso", a Roma grande partecipazione

Una mattinata intensa quella di ieri 20 marzo per il presidente del METS-Museo etnografico Trentino San Michele Ezio Amistadi e per il direttore Armando Tomasi: davanti ad un pubblico di oltre 300 giovani il presidente e il direttore del Museo hanno proposto spunti di riflessione e di confronto su un tema che vede la cultura alpina in primo piano, “Territorio: cura o possesso”. L’incontro è parte di un significativo progetto che accompagna la mostra “Suoni e Segni di Vaia” che, dopo Forlì nell’autunno scorso, sta riscuotendo notevole successo di pubblico anche a Roma, non solo fra gli studenti ma anche nel più vasto pubblico dei cittadini romani.

Il presidente Amistadi ha fatto il punto sull'etica necessaria per occuparsi di un tema significativo come il territorio, puntando l’attenzione sull'etica dei principi e delle responsabilità. Senza tralasciare "l'etica della necessità". Ha definito che cosa significa cura, cosa si intende con questo termine in relazione al territorio e ha parlato di dimensione del territorio distinguendo fra dimensione spaziale, produttiva e sociale. Naturalmente il tema dell'ambiente, che è una questione complessa "di rapporti tra il mondo naturale ed essere umano", rimane al centro dell'attenzione per il suo disequilibrio. E, dunque, come coniugare ambiente e sviluppo? Come occuparsi della conservazione del territorio? E Che ruolo ha la dialettica in tutto questo? Davanti a dei giovani che studiano al liceo classico il presidente Amistadi ha parlato dell'importanza della comunità e ha proposto numerose opportunità di confronto che gli studenti continueranno a dibattere in classe.

Il direttore Armando Tomasi ha focalizzato il suo intervento su "Utilizzo e gestione delle risorse del territorio: dal Medioevo all'oggi": partendo dall’inquadramento storico-geografico del territorio Trentino ha evidenziato i caratteri di un’economia tradizionale agro-silvo-pastorale di cui il METS conserva le testimonianze etnografiche. La complessa questione della gestione delle risorse disponibili è stata illustrata dal direttore Tomasi partendo da uno strumento fondamentale, la "Carta di regola". Che cos'è la “regola"? È un termine che indica l'insieme degli abitanti di uno o più villaggi e il territorio sul quale queste persone vivono. Dunque la "Carta di regola" è un documento scritto formato da una serie di norme, regole appunto, con le quali una comunità insediata su un territorio tutela le proprietà collettive e i beni privati prescrivendone i modi di utilizzo per preservarli da usi incontrollati o arbitrari. Il direttore ha analizzato la più antica Carta di regola trentina, "Regula comunitatis Civeçani" che è una copia del 1314 di un documento risalente a oltre 100 anni prima, 1202. Si tratta di un regolamento distinto in otto capitoli in difesa dei boschi. Continuando con alcuni esempi di Carte di regola il direttore Tomasi ha stimolato la riflessione su vari argomenti: dalla protezione dei larici, alla regolamentazione alla salvaguardia e alla manutenzione delle strade.

Grande soddisfazione da parte della dirigente Paola Senesi e della professoressa Lucia Altobelli e degli studenti che continueranno il dibattito e il confronto sul tema del "territorio: cura o possesso" nelle proprie aule di studio.