Al METS-Museo etnografico trentino San Michele “I cantori da Verméi”
Si esibirà sabato 10 giugno nell’antico chiostro del Museo il gruppo canoro “I Cantori da Verméi” diretto da Alberto Delpero. È il primo appuntamento della rassegna internazionale “Discanto”. Il programma inizia alle 21 e comprende antichi canti, un panorama “ragionato” del canto popolare tradizionale alpino. Questo gruppo, composto da diversi giovani, ha riscoperto l’antico canto popolare tradizionale orale ed è passato dalle esibizioni in occasioni di matrimoni, questue, funerali e processioni ai palcoscenici dei più importanti festival musicali internazionali senza mai dimenticare, però, di esibirsi in paese in varie circostanze. Il giorno dopo, domenica 11 giugno alle 11.30, i cantori si esibiranno nella Chiesa di San Michele Arcangelo con un programma di Canti sacri, paraliturgici e spirituali.
È grazie ad Alberto Delpero che ha condotto fra il 1996 e il 2000 una ricerca sui canti tradizionali, e alla successiva collaborazione con l’etnomusicologo Renato Morelli (artefice dell’allargamento del repertorio con brani documentati nel suo lavoro di ricerca) che “I Cantori da Verméi” sono ora un gruppo canoro di qualità e propongono un repertorio profano e sacro di alto livello. Lo stile polivocale è quello tradizionale alpino che prevede la presenza di tre voci (melodia, terza e pedale) “generose”, con emissione “di gola”, compressa e sempre di massima intensità.
“I Cantori da Verméi” procedono in due direzioni:
1. riscoprire alcuni brani “dimenticati” - provenienti da diversi repertori tradizionali dell’Arco alpino - attraverso un’unica e piccola cantoria di montagna.
2. recuperare alcuni esempi significativi di una polivocalità (precedente la standardizzazione novecentesca sul “modello SAT” dei cori alpini), un tempo largamente diffusa nelle Alpi ed oggi quasi definitivamente scomparsa.
I Cantori da Verméi propongono antichi brani paraliturgici (come ad esempio le litanie per la Grande Rogazione di Asiago e il Rosario cantato dei boscaioli del Primiero), la Messa da requiem “ceciliana” (abbandonata dopo la riforma del Concilio Vaticano II), canti di questua natalizio-epifanici legati al rito della Stella, canti di carnevale e del Trato marzo, oltre ovviamente ai numerosi canti locali profani e da cantina (canti narrativi “epico-lirici”, repertorio di miniera, di emigrazione, di guerra, canti licenziosi “onti”). Da Vienna (dove hanno inaugurato questo percorso nel 2008 partecipando al grande evento European Voices, presso l’Institut für Volksmusikforschung und Ethnomusikologie dell’Università, su invito della compianta Dr. Mag. Un. Prof. Gerlinde Haid), proseguendo poi attraverso vari festival internazionali, fra i quali Alpentöne (Ötztal, Austria), Xong (Mustair-Svizzera), Klangstadt (Hall-Tirolo), Skamba Skamba Kankliai (Vilnius-Lituania), Oriente Occidente (Rovereto), The Oldest Songs of Europe (Lublino-Polonia), i Cantori da Verméi propongono un panorama “ragionato” del canto popolare tradizionale alpino, sempre però conservando la loro “statutaria” abitudine di cantare settimanalmente in paese.
“Discanto”: Prossimi appuntamenti
• 17 e 18 giugno Cantà Proman (provincia di Lecco) gruppo informale e spontaneo a voci miste di Premana. Propone uno fra i più antichi e peculiari repertori alpini; il Tìir, uno stile di canto urlato, potente, lento e sostenuto, nella tessitura acuta, al limite del grido, intonato quasi sempre dalle voci femminili. Chiostro: i TÌir di Premana. Chiesa: canti tradizionali per la Messa
• 24 e 25 giugno Il gruppo Madricale (Corsica) esponente di spicco del movimento nouvelle polyphonie corse, da anni si dedica allo studio e alla cura del ricco patrimonio polifonico della Corsica, fatto di canti sacri (ordinarium missae in latino) e profani (le celebri paghjelle inserite nel 2009 nei “patrimonio immateriale dell’umanità” della lista UNESCO). Chiostro: il cantu in paghjella profano. Chiesa: il cantu in paghjella sacro
• 1 e 2 luglio Il Cuncordu di Castelsardo (provincia Sassari) presenta gli antichi canti a cuncordu per la Settimana santa, autentiche “reliquie” musicali tramandate all’interno delle Confraternite e ancora in uso secondo modalità tradizionali. Chiostro: polifonie tradizionali della Sardegna. Chiesa: canti della Settimana Santa
• 8 e 9 luglio Coro Santa Lucia di Magras (provincia di Trento) dedito al repertorio ceciliano, ha avviato un vasto progetto di ricerca e riproposta del patrimonio musicale “dimenticato” nelle sacrestie delle chiese della Val di Sole e Val di Non, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Chiostro: il Cecilianesimo nelle valli alpine. Chiesa: Messa di Moreno per coro e organo
• 15 e 16 luglio Quartetto Anutis, una produzione del Coro del Friuli Venezia Giulia. Quattro giovani e straordinarie cantanti, già collaboratrici di Giovanna Marini, e che propongono una personale rielaborazione di antichi canti tradizionali polivocali italiani. Chiostro: il sacro profano. Chiesa: musiche sacre popolari italiane
• 22 e 23 luglio L’ensemble Adilei di Tbilisi (Georgia) propone una selezione di canti polifonici georgiani (liturgici e profani), primo “patrimonio immateriale dell’umanità” ad essere inserito, nel 2001, nella lista UNESCO. Chiostro: il canto polifonico georgiano. Chiesa: canti liturgici del patriarcato di Tbilisi