Dalla seta alla porcellana
La seta, ottenuta attraverso un procedimento che per oltre un millennio i cinesi mantennero segreto, arrivava in Europa seguendo un lunghissimo percorso terrestre, fluviale e marittimo, tracciato diversi secoli prima dell’inizio dell’era volgare. Le spezie, tra cui la noce moscata, il macis e i chiodi di garofano, lo zenzero, la cannella e il pepe, raggiungevano in età remotissime il delta del Nilo e l’Egitto, dove erano utilizzate per l’imbalsamazione dei defunti, e trovavano largo impiego in medicina, profumeria e cucina, divenendo in età romana il motore del commercio internazionale e determinando in seguito la potenza e la ricchezza delle città marinare italiane. I particolari della fabbricazione della porcellana, al pari della seta, rimasero a lungo sconosciuti; i primi esemplari giunsero in Occidente attorno alla fine del XIII secolo e la richiesta di prodotti orientali da parte dei ceti maggiormente provvisti di mezzi crebbe rapidamente. Nel corso del XVI secolo, in seguito all’apertura da parte dei portoghesi delle rotte commerciali che collegarono l’Europa all’Estremo Oriente, le importazioni divennero costanti e aumentarono notevolmente quando il controllo del commercio passò in mano agli olandesi.
La mostra, curata dal Centro Studi Martino Martini, illustra l’evoluzione dei rapporti tra Oriente e Occidente nel corso dei secoli, attraverso le vie di comunicazione terrestri e marittime, i prodotti che le percorrevano e gli scambi economici e culturali che le vie della seta, delle spezie e della porcellana permisero e favorirono. Propone piatti e vasi in porcellana, sculture e suppellettili in bronzo, vestiti e tessuti in seta, strumenti scientifici, astronomici e nautici, pettorali e puntali per cappello da mandarino, armi, pipe da oppio, ventagli.