"Tratti di matita ... raccontano i Mocheni" di Katia Moser

Luogo di atmosfere assorte, di grandi lontananze, di ineffabili alterità, la val dei Mòcheni è anche e soprattutto, per chi la visiti, un luogo dell’anima. Lo sapeva bene Robert Musil, tra gli scrittori, e lo sapeva soprattutto il nostro Giuseppe Šebesta, fondatore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, che alla val de Mòcheni e alla sua “età del legno” ha dedicato la parte più cospicua della sua opera di narratore e di etnografo.  Una fascinazione elementare con la valle, con i suoi paesaggi, le sue case, i suoi abitanti, che viene raccolta oggi da Katia Moser, con la sua mostra “Tratti di matita… raccontano i Mòcheni. Der lapesch as kontart de geschicht van Bersntoler. Valle del Fersina – Bersntol”. La mostra propone una raccolta importante di disegni a matita dell’artista, disegni di ottima mano, pieni di stile e di sensibilità soffusa, nella semplice verità del bianco e nero. Molto suggestiva l’ambientazione delle opere, collocate in un contesto tridimensionale curato direttamente dall’artista, che ripropone in un solo colpo d’occhio gli elementi salienti dell’architettura rurale della valle e del suo paesaggio: il bosco, i masi, i rustici…

Katia Moser, pinetana, è una giovane diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Frequenta da anni la val dei Mòcheni, trasferendo nella sua arte gli elementi e la sensibilità della sua visione. Ha già al suo attivo un certo numero di esposizioni e interventi artistici.