“BIRR&VIE del Trentino. Storie, industrie e birrifici artigianali”, di Marco Romano

Il METS-Museo etnografico trentino San Michele ha chiuso il cerchio intorno ad una lunga ricerca cominciata nel 2010, portata a termine nel 2012, revisionata e aggiornata nel 2022 dallo stesso autore, Marco Romano. L’esito del lungo e accurato lavoro si concretizza in una pubblicazione, “BIRR&VIE del Trentino. Storie, industrie e birrifici artigianali”, edita dal Museo. Mercoledì 5 luglio alle 17.30 sarà presentata dallo stesso autore e da Sabrina Smaniotto presidentessa dell’Associazione Birrai Trentini della Confcommercio. La presentazione del libro è solo l’inizio di una serie di appuntamenti per approfondire la zitologia, lo studio e la conoscenza della birra. Infatti, tutti i mercoledì di luglio e di agosto, sempre alle 17.30, un viaggio multisensoriale "Acqua malto luppolo e lievito: incontri fra degustazione e cultura" dove la birra sarà il filo conduttore di appuntamenti tra tradizione, innovazione e passione artigianale. Per la degustazione finale del 5 luglio, dopo la presentazione del libro, sarà presente il Birrificio NeroBrigante di San Michele all’Adige. Gli interventi musicali saranno a cura di: Servizi culturali Val di Non e di Sole C. Eccher e Associazione culturale Scuola musicale Guido Gallo

 

In Trentino le prime realtà artigianali della produzione della birra si tracciano già a cavallo tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, ma è solo nei primi decenni del ‘900, che il fenomeno si allarga e si può parlare di una vera e propria industria trentina della birra. Fra le fabbriche che produssero birra nel nostro territorio la più importante fu la Maffei di Rovereto che nacque già nel 1849. Però, scrive Marco Romano, “l’avventura dell’industria trentina della birra si chiude intorno al 1930, quando la Forst prende il sopravvento (…). La produzione riprende intorno al 2000 ed è figlia del più vasto e variegato fenomeno della nascita e dell’espansione mondiale, e poi italiana, dei birrifici artigianali. Anche in Trentino, quindi, benché in misura diversa da altre regioni italiane, nascono alcuni birrifici artigianali.” Marco Romano, per realizzare questo lavoro e raccontare la storia della birra in Trentino, inteso come realtà territoriale odierna, è partito dalle origini della bevanda illustrandone sinteticamente, ma con completezza, le ricche e articolate vicende storico culturali dalla nascita fino a oggi. Negli ultimi capitoli della prima parte del libro l’autore fornisce alcuni elementi utili per capire le motivazioni del successo della birra da queste parti: nata nel Medio Oriente nel corso del tempo ha trovato la sua fortuna prima nell’Europa Centrale e del Nord e, successivamente, è penetrata nell’Italia Settentrionale.

 

La birra ha una storia millenaria, si stima che nel mondo ne esistano più di 400 tipi diversi e la maggior parte proviene dal Belgio. In Trentino, in dieci anni, dal 2012 alla del 2022, i birrifici sono passati da 7 a 27. Le curiosità sulla birra sono parecchie: per esempio in Baviera, a Monaco nel 1487 fu promulgato il “decreto di purezza”, Reinheitsgebot, vale a dire che la birra poteva essere prodotta esclusivamente con malto d’orzo, acqua e luppolo; nel 1516 Guglielmo IV estese il decreto a tutta la Baviera. Soltanto più tardi fu introdotto il lievito per la produzione della birra. Nel 1680 l’olandese Antoni van Leeuwenhoek, biologo per passione, osservò al microscopio i globuli del lievito di birra per la prima volta ma, solo nel 1857, grazie allo scienziato francese Louis Pasteur, il processo di fermentazione venne compreso. Pasteur riuscì a stabilire il ruolo chiave del lievito come microrganismo responsabile della fermentazione alcolica.
 

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