“Discanto”, terzo appuntamento: Cantu in paghiella con il gruppo di canto a cappella Madricale


“Discanto” la rassegna internazionale di musiche popolari organizzata dal METS-Museo etnografico San Michele e sostenuta dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara è arrivata al terzo appuntamento. Sabato 24 giugno alle 21 ad esibirsi sarà il gruppo Madricale esponente di spicco del movimento nouvelle polyphonie corse: da anni si dedica allo studio e alla cura del ricco patrimonio polifonico della Corsica, fatto di canti sacri (ordinarium missae in latino) e profani (le celebri paghjelle inserite nel 2009 nei “patrimonio immateriale dell’umanità” della lista UNESCO). Il cantu in paghjella - repertorio profano - potrà essere ascoltato, sabato sera, nel chiostro del Museo mentre alle 11.30 di domenica 25 giugno si potrà ascoltare nella Chiesa di San Michele Arcangelo, attigua al Museo il cantu in paghjella del repertorio sacro. Ricordiamo che nel giorno di sabato 24 giugno e il 1°, 8, 15 e 22 luglio il METS-Museo etnografico trentino San Michele rimarrà aperto con orario continuato dalle 10 alle 21. 

Sono sette i componenti del gruppo di canto a cappella Madricale che ha sede a San Damiano, un piccolo comune di 44 abitanti, situato nel dipartimento dell’Alta Corsica, nella regione della Corsica. Madricale esegue polifonie tradizionali della Corsica centro-orientale. La paghjella è una tradizione polivocale corsa, a cappella, a tre voci che entrano sempre nello spesso ordine. Inizia la voce a segonda, che dà l'intonazione ed esegue il profilo melodico principale. Segue u bassu, che accompagna e sostiene, seguito infine dalla a terza, la voce più alta, che arricchisce il canto. I registri linguistici della paghjella sono molteplici: corso, sardo, latino e greco. Il repertorio della paghjella comprende sia l’ambito profano che quello sacro e liturgico: viene eseguita in occasioni festive, sociali e religiose, nel bar o nella piazza del paese, nell'ambito di messe liturgiche e processioni, nonché durante le fiere agricole. La principale modalità di trasmissione è orale, in gran parte attraverso l'osservazione e l'ascolto, l'imitazione e l'immersione, iniziando prima come parte degli uffici liturgici quotidiani dei giovani e poi nell'adolescenza attraverso il coro della Chiesa locale. Nonostante gli sforzi dei suoi praticanti per rivitalizzare i suoi repertori, la paghjella ha gradualmente perso vitalità, a causa di un forte calo della trasmissione intergenerazionale causato dall'emigrazione delle nuove generazioni e dal conseguente impoverimento del suo repertorio. Se non si interviene, la paghjella cesserà di esistere nella sua forma tradizionale, sopravvivendo solo come prodotto turistico privo di quei legami comunitari che gli conferiscono il suo vero significato.

Prossimi appuntamenti

    • 1 e 2 luglio Il Cuncordu di Castelsardo (provincia Sassari) presenta gli antichi canti a cuncordu per la Settimana santa, autentiche “reliquie” musicali tramandate all’interno delle Confraternite e ancora in uso secondo modalità tradizionali. Chiostro: polifonie tradizionali della Sardegna. Chiesa: canti della Settimana Santa
    • 8 e 9 luglio Coro Santa Lucia di Magras (provincia di Trento) dedito al repertorio ceciliano, ha avviato un vasto progetto di ricerca e riproposta del patrimonio musicale “dimenticato” nelle sacrestie delle chiese della Val di Sole e Val di Non, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Chiostro: il Cecilianesimo nelle valli alpine. Chiesa: Messa di Moreno per coro e organo
    • 15 e 16 luglio Quartetto Anutis, una produzione del Coro del Friuli Venezia Giulia. Quattro giovani e straordinarie cantanti, già collaboratrici di Giovanna Marini, e che propongono una personale rielaborazione di antichi canti tradizionali polivocali italiani. Chiostro: il sacro profano. Chiesa: musiche sacre popolari italiane
    • 22 e 23 luglio L’ensemble Adilei di Tbilisi (Georgia) propone una selezione di canti polifonici georgiani (liturgici e profani), primo “patrimonio immateriale dell’umanità” ad essere inserito, nel 2001, nella lista UNESCO. Chiostro: il canto polifonico georgiano. Chiesa: canti liturgici del patriarcato di Tbilisi

news