Domenica 4 febbraio ingresso gratuito con orario 10-18
Al METS-Museo etnografico trentino San Michele, come ogni prima domenica del mese ritorna l’opportunità di visitare gratuitamente le collezioni permanenti e la mostra “Sciamani. Téchne, spirito, idea”. Il museo illustra, attraverso le sue collezioni, il saper contadino montano e la tecnologia rurale che per secoli sono stati l’asse portante della vita quotidiana. Gli oggetti del METS raccontano una cultura atavica che pone in grande evidenza come attraverso l’uso delle mani e dell’intelligenza pratica l’uomo sia riuscito a risolvere problemi complessi con mezzi da lui stesso ideati e costruiti proponendo soluzioni semplici. Inoltre quest’anno il METS ha collaborato alla preparazione della sfilata di Carnevale che si svolgerà lungo le vie del paese di San Michele all’Adige domenica 4 febbraio nel pomeriggio. Ben cinque gruppi del Carnevale storico arricchiranno di cultura e tradizione una sfilata che si preannuncia molto partecipata.
Fino al 30 giugno è allestita la mostra “Sciamani. Téchne, spirito, idea”. La rassegna è parte di un grande progetto che vede tre musei, METS- Museo etnografico trentino San Michele, MUSE-Museo delle Scienze di Trento, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, oltre alla Fondazione, Sergio Poggianella, collaborare insieme su un unico tema, quello dello sciamanismo.
Sciamani. Téchne, spirito, idea.
Con «Sciamani. Téchne, spirito, idea», entrano al METS di San Michele all’Adige sessantacinque oggetti che fanno riferimento alle culture sciamaniche dell’Eurasia e tredici opere di artisti contemporanei. Nel museo che custodisce la memoria della civiltà contadina in Trentino a partire dagli strumenti e dalle tecnologie tradizionali, i curatori Sergio Poggianella con Luca Faoro e Micaela Sposito costruiscono un percorso espositivo che, attraverso la chiave di lettura della Téchne, propone una riflessione sul legame che corre, nel confronto dell’uomo con il suo ambiente di vita, tra il mondo visibile (il “naturale”, l’immanenza della materia) e quello invisibile (il “soprannaturale”, la trascendenza dello spirito).
I corredi rituali - costumi, tamburi, amuleti provenienti da Siberia e Asia Centrale e datati al secolo scorso - raccontano le antiche pratiche tradizionali che fanno dello sciamano una figura centrale in numerose comunità, unico depositario di quelle doti che gli consentono di viaggiare tra il mondo terreno e i mondi ultraterreni per recuperare l’anima del malato e ricucirne l’equilibrio con il mondo naturale.
Gli artisti contemporanei selezionati - Adolf Vallazza, Luca Pojer, Pietro Weber, Deriva, Andrea Marinelli, Federico Lanaro, Bruno Norbu Griparich, Piermario Dorigatti, Andrea Tagliapietra, Paolo Dolzan, Elias Franziskus Grüner - come gli sciamani, si interrogano sui dualismi vita-morte, materia-spirito, immanenza-trascendenza, corpo-anima e attraverso la pratica ancestrale della Téchne, “sapere poietico”, ne riconducono l’ambivalenza a complementarità.
L’intento è quello di tessere occasioni e orizzonti di dialogo dentro e fuori il museo, di sperimentare una strategia della trasversalità. L’unico fondamento a cui ci si affida è la prospettiva dell’object-specific, approfondimento che ci permette di portare su uno stesso piano le collezioni di tecnologie popolari trentine (ricostruzioni dedicate alle pratiche agricole, alle macchine idrauliche, al bosco e alla segheria, alla tessitura), i corredi rituali sciamanici eurasiatici (amuleti, tamburi, abiti e copricapi, fino a una yurta con i suoi arredi) e le opere di artisti contemporanei. In questo modo “si ripensano tutti gli oggetti, dentro il museo, come impermanenti, esseri passeggeri affinché il loro portato, la loro capacità evocativa non si risolva esclusivamente nelle rispettive biografie, nella memoria di una funzione, al contrario si plasmi anche attraverso l’esperienza contemporanea degli sguardi”.