Biografia
Etnografo e saggista, operatore e regista, pittore, favolista e narratore, creatore di pupi animati, Giuseppe Šebesta è l’autore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele (1968), del Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo (1971) e del Museo etnografico degli Zattieri del Piave di Codissago di Castellavazzo (2001), e può quindi essere considerato uno dei padri della moderna museografia etnografica italiana.
Giuseppe Šebesta
nato a Trento il 24 luglio 1919
da madre trentina e padre cecoslovacco, nativo di Tyn nad Vltavou nella Boemia meridionale. Dopo il liceo scientifico, si iscrive alla Facoltà di Chimica presso l’Università di Pavia, insegna applicazioni tecniche e chimica docimastica a Trento per poi lavorare come perito industriale nel Trentino e a Milano. In seguito, sempre a Milano, lavora come ricercatore al centro sperimentale della Ducati. Il suo primo cortometraggio a pupi animati che ne farà “uno dei cinque grandi in campo internazionale” porta la data del 1947. A partire dal 1948 trascorre lunghi periodi nella valle dei Mòcheni presso Trento, che sarà per anni la sua terra di frontiera e di esplorazione etnografica.
In 1951
he moved to Rome
realizza numerosi documentari scientifici e di folklore sia come regista che come operatore, servendosi talvolta dello pseudonimo di Venceslao Moldavia. Viaggia a lungo un po’ ovunque in Italia, in Sardegna, nell’Est europeo e in Asia Minore. Nel 1963 si segnala al Festival di Venezia con il documentario Le formiche.
Nel
1965
grazie anche al benevolo sprone del presidente della Giunta Provinciale Bruno Kessler, fonda il “Comitato Etnografico Trentino”, progettando il primo allestimento del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, inaugurato nel 1968 a San Michele all’Adige nei locali dell’antica Prepositura agostiniana, già sede dell’Istituto Agrario Provinciale. Il Museo viene istituito con Legge Provinciale nel 1972.
Nel
1973
fonda il “Comitato Etnografico Romagnolo” di Santarcangelo di Romagna, e programma la prima raccolta dei materiali per un nuovo Museo, di cui progetta i primi tre “canali chiusi” (agricoltura – molinologia – tessitura), che saranno aperti al pubblico nei locali del vecchio mattatoio nel 1981.
La sua attività scientifica è focalizzata principalmente sulla museologia e …
lo studio dell’esperienza materiale dell’uomo. Nel 1980/81 tiene un corso sul lavoro umano presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento. Viene chiamato a collaborare in qualità di etnografo all’Atlante Storico-Linguistico-Etnografico Friulano (ASLEF, 1982-1986) diretto da Giovan Battista Pellegrini.
Socio della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche,…
Accademico degli Agiati, membro della Società di etnostoria di Palermo, nel 1979 viene insignito dall’Österreichische Museum für Volkskunde della Medaglia “Michael Haberlandt” e nel 1986 della medaglia d’oro “Premio Internazionale di Etnografia Alpina Michelangelo Mariani”. È consigliere dell’AIMA (Associazione Italiana Musei Agricoli) socio del comitato nazionale dell’ICOM (International Council of Museums) e dell’Association Internationale des Musées d’Agricolture. Dal 1977 al 1988, come specialista del costume, fa parte della giuria per il concorso folcloristico internazionale “Città di Gorizia”. Dal 1979 al 1981 collabora con l’Accademia Olimpica di Vicenza alla realizzazione del volume Introduzione a ricerche etnografiche nel Veneto. Nello stesso Veneto, partecipa all’elaborazione e alla progettazione di alcune nuove esperienze museali.
Nel
1990
insignito dell’Aquila Ardente di San Venceslao, sigillo storico della Città di Trento, espone al Castello del Buonconsiglio la sua produzione pittorica.
Nel 1998, una mostra “Faust & Šebesta. Incontri con la cultura boema nel Trentennale del Museo di San Michele”, curata da Giovanni Kezich e Nadezda Syrova Bonaventura, presso lo Spazio Foyer del Centro Culturale S. Chiara di Trento, ne celebra, alla presenza delle autorità consolari della Repubblica Ceca, il legame ideale con la terra d’origine. Gli atti del convegno sono pubblicati su SM Annali 13.
Nel
2005
Il 9 marzo 2005, poco dopo la mezzanotte, Šebesta si è spento,…
a Fondo in Val di Non, amorevolmente assistito dalla compagna signora Annamaria. Tra gli etnoantropologi italiani, Šebesta ha incarnato con successo un tipo unico nel suo genere: impetuoso, a tratti stravagante, poco libresco seppure coltissimo, continuamente rapito dall’impeto creativo di un’abilità manuale prorompente, ha esplorato con originalità di pensiero e grande coraggio percorsi di ricerca mai battuti prima. Il suo metodo di rappresentazione museografica, ormai noto e apprezzato ovunque in Italia tra i cultori di tradizioni popolari, è destinato a farne una figura di riferimento per gli studi di museografia e demoetnoantropologia, mentre molto significativi restano i suoi contributi specifici nel campo della protometallurgia e della storia della tecnologia europea.
Nel 1997 il Comitato scientifico de “Il Trentino dell’anno” ha assegnato all’unanimità la targa d’argento “Il trentino dell’anno. In loving memory” a Giuseppe Šebesta con la seguente motivazione: “Per aver testimonianza, con un lungo, intenso e incisivo percorso di studi e di ricerca, il suo amore profondo per il Trentino, il rispetto per la cultura materiale, per i gesti e i segni del passato, mai disgiunti dall’impegno nel presente. A Šebesta, un grazie per averci indicato i veri valori della nostra identità come voci di un linguaggio comune, quella di una comunità aperta agli altri ed al confronto, rispettosa dei legami tra uomo e ambiente, tra natura e lavoro”.
L’opera vasta e così profondamente eclettica di Giuseppe Šebesta, che abbraccia pittura e arti applicate, documentaristica scientifica, narrativa e saggististica etnoantropologica, manca ancora di una ricognizione critica adeguata. A questo fine, tuttavia, possiamo cercare di fornire fin da subito alcuni strumenti di lavoro. La Bibliografia rielabora, completa e integra quella già pubblicata nel volume di Festschrift Per Giuseppe Šebesta. Scritti e nota bio-bibliografica per il settantesimo compleanno a cura della Biblioteca comunale di Trento (1989) raccolgono gli elementi dell’opera narrativa e saggistica (per quest’ultima, cfr. soprattutto la raccolta Scritti etnografici, edita dal MUCGT nel 1991), e di parte dell’opera di illustratore, fotografo e vignettista. Per la pittura, si vedrà soprattutto il catalogo della mostra tenutasi a Trento nel 1990-1991, a cura di Gabriella Belli, Giuseppe Ferrari, Romano Perusini, Giuseppe Šebesta. Pittura e animazione (Milano, Electa, 1990).
Abbiamo inoltre cercato di ricostruire la Filmografia effettuando inoltre alcune ricerche presso l’Università di Trento, l’Istituto Luce, la Scuola Sperimentale di Cinematografia, la Biennale di Venezia e il Wissenshaftlichen Filminstitut di Goettingen. Purtroppo, i dati raccolti appaiono ancora spesso lacunosi, e la lista è pertanto suscettibile di importanti aggiornamenti retrospettivi. Una breve lista di Contributi critici di carattere saggistico e giornalistico insieme, pur senza particolari pretese di completezza, potrà peraltro aiutare lo studioso in un primo lavoro di orientamento nell’opera di Šebesta.