El an de la brentana.
Alluvioni e catastrofi nel contesto della civiltà contadina del Trentino
Presentazione dei podcast di Sara Sartori e Marco Romano
Alluvioni, tempeste, eventi naturali estremi. In alcune valli trentine le chiamano le brentane.
Arrivano improvvise, devastano il territorio. Causano morti e feriti. Distruggono case e attività produttive. Poi arrivano i soccorsi e nasce tanta solidarietà. Bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare sodo, ricostruire e voltare pagina.
Per raccontare questi eventi abbiamo attraversato la Val d’Adige e quella di Fiemme, passando per il Primiero, la Valsugana e la Val di Sole.
A volte ricordare è doloroso. Lo abbiamo visto e sentito dagli occhi e dalle parole di Alma e Lorenzo, di Angelo e Carmen, di Claudia e Camillo, da tutte le persone che con grande generosità ci hanno donato il loro tempo e affidato le loro storie.
Con loro abbiamo condiviso immagini, emozioni e riflessioni sul passato e il presente. Ci siamo interrogati su ciò che è rimasto e su quello che è cambiato o è stato spazzato via per sempre, perché ogni dramma, anche quello più tragico, porta con sé la possibilità di una rinascita e il coraggio di ridare senso alla vita.
L’an de la Brentana è un podcast che racconta come persone e paesi di montagna hanno vissuto gli eventi tragici che li hanno colpiti, dalle frane di Zambana del 1955-’56 alla tempesta Vaia a Dimaro del 2018. E come, con coraggio e determinazione, sono stati capaci di rialzarsi e rinascere.
Approfondimenti di Lorenza Corradini
Questo ciclo di podcast rappresenta la proposta METS – Museo Etnografico Trentino San Michele nel contesto dell'iniziativa: L’anno dei musei dell'Euregio 2025: “Guardare oltre”.
Ci immergeremo in alcune storie intense e drammatiche di disastri colposi o naturali, accaduti in diverse epoche in piccoli borghi del Trentino. Questi paesini, spesso incastonati tra le pendici boscose e le pianure pedemontane, hanno in comune uno scenario affascinante ma anche fragile: un fiume impetuoso a valle e una rete di rivi che li attraversano in verticale. Parliamo di villaggi antichi, nati da radici contadine o alpine, dove la vita scorreva secondo i ritmi di un’economia di sussistenza. Alcuni di questi luoghi si sono poi reinventati nel tempo, accostando alle loro tradizioni attività artigianali o turistiche. Ma in tutte queste storie, i protagonisti nascosti – e spesso temuti – restano gli elementi naturali: acqua, pioggia, fiumi, torrenti.
A fare da sfondo a tutto questo c’è anche una parola evocativa: brentana. Un termine dialettale che, forse ispirato alle violente piene del fiume Brenta, oggi viene usato per indicare le esondazioni improvvise di torrenti come ad esempio il Cismon, l’Avisio... In poche lettere, racchiude tutta la forza e la drammatica imprevedibilità dell’acqua in montagna.
“Quando i nostri vecchi parlavano di brentane non intendevano una delle normali piene o fiumane o nubifragi che dir si voglia (…) Essi si riferivano a qualcosa di ben altro di irregolare, di disastroso, come sarebbe a dire una vera e propria inondazione rovinosa, un diluvio, un’alluvione…” (Tra fiumane e alluvioni, C. Trotter)
Il risultato di eventi calamitosi legati a esondazioni e franamenti in zone abitate porta con sé danni, morte, sofferenze e privazioni. Alcuni luoghi per loro natura sono periodicamente soggetti a tali circostanze.
Uno degli aspetti più interessanti? Guardare a questi luoghi oggi. Alcuni sono riusciti a rialzarsi e a trasformarsi, altri portano ancora le cicatrici degli eventi vissuti. Ogni borgo ha trovato una sua strada per affrontare e superare – o convivere con – la crisi.
È consigliato un ascolto accompagnato per i più giovani, considerando la drammaticità di alcuni temi trattati.
Crediti:
Il podcast “El an de la brentana” è stato realizzato da Marco Romano etnografo e scrittore e Sara Sartori, giornalista e audio documentarista, grazie ad una idea di Armando Tomasi (METS) e Luca Faoro (METS) con la progettazione e il coordinamento di Lorenza Corradini (METS). La copertina è di Edoardo Marchesini. I testi del sito sono di Lorenza Corradini. Le fotografie sono state concesse dall’ Archivio storico fotografico provinciale di Trento UMST e dall’Archivio fotografico della Fondazione Stava 1985.
Si ringrazia:
Alma Tretter, Andrea Lazzaroni, Andrea Mochen, Angelo Longo, Camillo Pilati, Carmen Bugna, Claudia Mengarda, Danila Corona, Davide Bosetti, Elena Alberti, Franca Genetin, Franca Pedri, Franca Vanzetta, Giulia Bisoffi, Italo Nones, Ivano Orsingher, Lorenzo Denardi, Marcello Liboni, Monica Viola, Narcisa Casatta, Nereo Tomaselli, Paolo Osti, Pietro Deflorian, Renato Tasin, Rita Carraro, Romano Pojer, Sergio Casatta, Simone Ramponi, Monica Viola.
Anna Gadotti, Barbara Menghi, Lisa Maistrelli, Katia Malatesta, Sara Zocal.
Archivio storico fotografico provinciale di Trento UMST; Comune di Terre d’Adige; Pro Loco di Zambana; Comune di Valfloriana; Ecomuseo della Valsugana; Fondazione Stava 1985; Rete di riserve Val di Cembra; VV.F Dimaro; VV.F Tesero.